“Abito il mondo” è un diario, un resoconto, una trasposizione su carta del viaggio fatto da Carlo rigorosamente via terra. Partendo da Shanghai, attraverso tutta la Cina e l'Asia Centrale fino ad arrivare in Europa, e finalmente fermarsi in Italia, a Roma.
Carlo ha viaggiato al rallentatore, facendo autostop e prendendo mezzi pubblici dove possibile. Senza aerei e con solo uno zaino in spalla.
“Abito il mondo” è il racconto, giorno per giorno, di un' avventura sulle orme di Marco Polo.
[ Viaggiare sta tornando ad essere un grande punto interrogativo.
Certo, si può partire, ma le sicurezze a cui siamo sempre stati abituati stanno tornando a vacillare per l’aumento di contagi in giro per il mondo.
In un momento come questo, in cui mi sono sentita privare della libertà di girare il
Mondo, mi è risultato difficile perdermi tra le pagine dei libri.
Mi sono sentita spesso lontana dalla vita che raccontavano, cosa che invece non è successa con il libro di Carlo.
Sono stata portata lontano quando era impossibile anche solo andare vicino, e per questo non smetterei mai di dire grazie.
Tra le pagine che compongono il viaggio che Carlo racconta, ho scoperto una verità elementare che troppo spesso ci dimentichiamo: il mondo non è solo un terreno calpestabile, ma anche un abito, una seconda pelle, uno spazio in cui incastrarsi.
Ci sono degli errori grammaticali e alcuni refusi, ma non sono fastidiosi. Al contrario rendono tutto ancora più vero, alla mano, incredibile.
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