I fatti degli ultimi giorni ci parlano chiaro: la caccia all’Omo non è lontana come quella alle streghe.
È sempre qui, nascosta nell’uomo di mezza età che aspetta l’autobus, nel gruppo dei ragazzini più popolari della scuola, nell’industria musicale che decide per il successo dell’artista e non per il diritto alla sua vita.
La caccia all’Omo, quella trainata dal terrore viscerale del diverso, si siede a tavola con la famiglia ogni domenica, si annida tra le panche delle chiese, si scatena nelle aggressioni in centro ai danni di due mani intrecciate.
La caccia all’Omo mi terrorizza: non perchè mi tocchi la pelle, ma perché mi riempie di lividi l’anima.
📍Martin Luther king Jr diceva, a gran voce, con tutto il suo carisma: “I have a dream”.
Bene, sebbene con meno carisma, anche io vorrei dirvi, a polmoni spiegati e a cuore spalancato, che un sogno ce l’ho anche io, ed è talmente semplice e logico che fa paura rendersi conto della sua attuale irrealtà: vorrei che l’amore fosse universale, che i muri cadessero e che si iniziasse davvero a crescere i bambini di oggi insegnando loro che non è normale che sia normale additare, discriminare, emarginare, picchiare, aggredire, giudicare, spezzare, etichettare, obbligare, ammazzare chi pensiamo sia diverso ma che in realtà diverso non è.
Vi dico anche che finché ci sarà una caccia all’Omo, io mi impegnerò con tutto quello che posso per non essere arma ma scudo, rispondendo ‘carta’ a ‘sasso’: avvolgendo, abbracciando, fermando la pietra che troppo spesso lanciamo senza poi preoccuparci delle conseguenze.
📍Grazie a @fandangolibri per la copia.
Più di tutto vorrei dire loro grazie per la costante proposta di titoli che non sono libri, ma mattoni per le vite di domani, fondamenta per il futuro, fertilizzante per il coraggio.
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