« la storia di Mohamed non appartiene a nessuno; è la storia di un uomo semplice, come ce ne sono a milioni, che, a forza di essere schiacciato, umiliato, negato alla sua vita, è diventato la scintilla che infiamma il mondo »
Mohamed Bouazizi si dà fuoco il 17 dicembre 2010.
Meno di trent’anni, una laurea che nel suo Paese si rivela fondamentalmente inutile, innamorato follemente di una coetanea che non può sposare perchè non ha abbastanza soldi.
Succede che il padre di Mohamed muore e lui si ritrova a capo della famiglia, di colpo responsabile delle loro necessità economiche, mediche, alimentari.
Succede che Mohamed si vede costretto a ritirare il carretto del padre e farsi venditore ambulante per le strade della sua città, strade che si rivelano terribilmente crudeli per le continue rappresaglie della polizia, accanita e opprimente nei confronti di chi non sceglieva di corromperla.
La sua lotta quotidiana si scontra con una realtà troppo ostile e, stremato e disperato, senza più fiducia nel futuro, Mohamed decide di darsi fuoco per attirare l’attenzione del mondo e cambiare le regole del gioco.
È così che iniziano le proteste della Rivoluzione dei gelsomini.
Disoccupazione, rincari alimentari, corruzione delle istituzioni, difficilissime condizioni di vita.
Mohamed si fa fiammifero sullo stoppino di una candela, mozzicone di sigaretta gettato nel sottobosco arido, lente d’ingrandimento sulla condizione di chi come lui non si è mai piegato.
Un libro brevissimo che fornisce uno spaccato prezioso sui fatti antecedenti alla rivoluzione, capace di toccare anche il più diffidente dei cuori.
Un piccolo approfondimento per contestualizzare: per "Rivoluzione dei gelsomini" si intende la rivoluzione scoppiata in Tunisia nel dicembre 2010. L'inizio della rivolta viene simbolicamente fatto coincidere con il clamoroso gesto di protesta di Mohamed Bouazizi, un giovane venditore ambulante che il 17 dicembre 2010 si è dato fuoco nella cittadina di Sidi Bouzid per protestare contro le continue vessazioni da parte delle forze locali di polizia. L’episodio ha innescato numerose manifestazioni di piazza contro il dispotismo e la corruzione del regime del presidente Ben ‛Alī, al potere dal 1987. Di fronte ai manifestanti che chiedevano a gran voce la democratizzazione del sistema politico, denunciando al contempo lo stato di crisi generale dell’economia tunisina (aumento della disoccupazione, inflazione), il regime crollava con una velocità straordinaria e il 14 gennaio 2011 Ben ‛Alī fuggiva in Arabia Saudita con tutta la sua famiglia.
La definizione rivoluzione dei gelsomini, adottata dai media occidentali e poco amata dai protagonisti stessi della rivolta che sottolineavano l’impatto riduttivo e semplicistico dell’espressione a fronte della situazione drammatica nel paese, ha incontrato in un primo tempo il favore dei media occidentali per la sua somiglianza con analoghe definizioni (rivoluzione delle rose in Georgia nel 2003, rivoluzione dei tulipani in Kirghizistan nel 2005), ma l’incalzare degli eventi, in Egitto, in Libia e in Siria ha finito per lasciar cadere questa espressione che sembra lo stesso Ben ‛Alī avesse scelto per descrivere il suo colpo di stato nel 1987.
Comments