« Gennaro, io non so come iniziare a scriverti questo messaggio.
Ho divorato il tuo libro.
Nel tardo pomeriggio, con il rumore delle onde in sottofondo, mi sono tuffata nel tuo mondo e, che tu ci creda o meno, ci ho trovato riflesso il mio.
Sono estremamente diffidente quando si tratta di autori emergenti: spesso mi trovo di fronte lavori che, purtroppo, non hanno un perché.
Probabilmente ce l’hanno per chi li ha scritti, ma il mondo dei libri necessita che il senso sia percepito soprattutto da chi legge.
Se avessi una casa editrice, non esagero, “hai vent’anni” lo pubblicherei ad occhi chiusi.
Mi hai fatto rivivere pezzi di memoria, ricordi lontani, frammenti di vita mia semplicemente parlando di te, scrivendo pagine su pagine soltanto per te, per lei, per il tuo modo di esistere nel mondo. Questo si percepisce nettamente ed è un qualcosa che hanno solo “quelli bravi”: la capacità di far vivere il lettore nella tua vita, senza mai toglierlo dalla sua.
Ecco, come se tu con il tuo lavoro fossi uno specchio.
Non smettere mai di scrivere così, in modo estremamente personale, perché in fondo la vita è una ed unica, divisa in 7 miliardi di persone.
Un albero solo, con infiniti rami che si arrampicano verso il cielo, ma con la stessa radice.
Io, nelle tue poesie, ci ho visto il mio ramo, con le mie gemme e i miei frutti.
Ma non ho mai perso di vista tutti gli altri rami che, da sempre, mi crescono inevitabilmente intorno. »
— non sapevo come fare a raccontarvi il libro di Gennaro, così ho pensato di farlo con la pancia. Ho aperto i direct e recuperato il messaggio che gli ho inviato ad inizio luglio, subito dopo aver finito il suo libro, bagnata nella luce calda che precede i tramonti sul mare.
Mi è piaciuto tanto.
Spero che piaccia anche a voi.
Comments