« Tu ogni tanto mi dici che hai le tue cose. A volte vorrei risponderti che siamo in due. Le mie sono esserini che attraversano il corpo da vari orifizi, escono e sprigionano un’anima. Possiamo dire la stessa cosa delle tue, ora che ci penso. Nel mio caso fanno fuoriuscire creatività. O qualcosa che ci assomiglia. Quando dici di avere le tue cose vorrei sapere davvero che cose hai. Se riconosci la loro forma, se le tue cose hanno un’identità fisica, materica, precisa e individuabile. Se hanno a che fare coi sentimenti. E se hanno a che fare coi sentimenti, presentano comunque una forma? »
Nove racconti.
Nove paia di occhi attraverso cui guardare il mondo.
Tutte le vite che si possono immaginare.
☁️ Quando @federicoriccardo mi ha proposto il suo lavoro non avrei mai pensato – stupidamente – di trovarci così tanta poesia. Forse perché le raccolte di racconti non sono mai riuscite a toccarmi il cuore: le ho sempre viste troppo brevi, troppo sterili, quasi effimere, incapaci di lasciarmi un taglio dentro che poi, col tempo, sarebbe diventato una cicatrice, un ricordo, un segno incancellabile.
Già leggendo il secondo racconto ho capito che forse non avevo mai apprezzato i racconti perché non avevo ancora incontrato qualcuno capace di scriverli.
Federico lo è, capacissimo.
☁️ Una scrittura semplice in grado di conquistare anche una scettica come me.
Che poi io non sono scettica, a me basta che tra le pagine di un libro ci sia qualcosa capace di farmi venire i brividi sulla schiena.
Un libro, se è fatto per me, lo sento così: pelle d’oca e occhi lucidi.
“Il tempo è il binario di un tram” è, senza ombra di dubbio, un libro per me.
Grazie Federico per avermi permesso di conoscere il tuo modo di vedere il mondo, è stato una bellissima scoperta. Congratulazioni per la nuova uscita, e per aver avvicinato, con la sola forza della parola, una lettrice accanita ad un genere che, fino ad ora, non aveva mai fatto per lei.
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