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L'universo dentro // Osvaldo Risiglione

// non ho molte cose per cui vivere, ma di certo l’idea di poter perdere quel poco che resta mi devasta //

Quando Osvaldo mi ha contattata per propormi il suo libro ho accettato di buon cuore, senza saper bene a cosa sarei andata incontro.


Sarò onesta: non ho ben chiaro cosa ho sperimentato durante la lettura. Non perché questa sta stata complessa o poco chiara, ma perché io stessa mi sono ritrovata tramutata in palcoscenico.


Il libro raccoglie un susseguirsi di momenti, frammenti di tempo e di esistenze diverse che - tramite l’occhio del lettore - divengono ritratto dell’essere umano, rappresentato in tutta la sua complessità. Sono momenti, quelli che racconta Osvaldo, completamente slegati tra loro ma che nonostante questa apparente incompatibilità riportano su carta l’interezza della vita umana.


Il testo è - a tutti gli effetti - una piece teatrale assolutamente godibile, scritta con occhio critico da una buonissima penna.

Non è stato semplice - in questo periodo storico in cui la nostra immaginazione viene messa a dura prova dalla pesantezza della realtà - immaginarmi le scene tramutate in realtà, ma ho apprezzato la capacità dell’autore di accompagnarmi in un viaggio che, seppur frammentario, fa percepire al lettore la sensazione di essere comodamente seduto su una poltroncina di teatro, circondato dal buio della sala mentre sul palcoscenico si srotolano gli avvenimenti dello spettacolo.


Come diceva Shakespeare: “tutto il mondo è teatro”, e io in questo libro ci ho letto - realmente - una parentesi di mondo.



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