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La principessa Rosmery e i semi magici // Maria Rosaria Fabbri

Ho letto il libro di Maria ormai più di un mese fa, eppure ricordo ancora in maniera vivida tutte le emozioni che ho provato immergendomi nella storia di Rosmery, un po’ come se il suo viaggio fosse il mio.


Rosmery segue un sogno grande come il mondo.

Per davvero, grande come il mondo: vorrebbe tenerlo nel palmo di una mano, conoscerlo come le sue tasche senza mai smettere di scoprire angoli capaci di sorprenderla.

Quello che vorrebbe fare, la Principessa, è navigare senza impedimenti, diventare viaggiatrice, indomabile e libera. Ma è una donna, e come donna non potrebbe sognare così in grande.

E sempre come una donna che crede così tanto in un obiettivo, trova il modo per raggiungerlo.


Maria ha scritto una fiaba senza età, colma di personaggi e di valori a cui guardare, anche da adulti.

Questo è quello che mi è piaciuto di più: il fatto che sia riuscita a scrivere e creare un mondo in cui riconoscersi, trovarsi, interrogarsi e stupirsi, a qualsiasi età.


Dal nucleo del racconto, e cioè l’indipendenza di Rosmery e il diritto innegabile di seguire i propri sogni, Maria ha tessuto una trama in cui ci sono intrecciati, come nel più bel disegno, i temi che cerco sempre di mettere in luce quando parlo sui social, quando mi perdo in discorsi con le mie nipotine, quando discuto davanti ad un piatto caldo con il mio ragazzo: la discriminazione razziale, l’omosessualità, il tema della diversità e della conseguente – e necessaria – inclusività.


Ho sentito tanto mia la lettura, e questo mi succede solo quando riesco a sentirmi coinvolta negli ideali che vengono portati avanti dai protagonisti che incontro pagina dopo pagina.


In conclusione vorrei dire grazie a @maria_fabbri.6 per avermi spedito il suo libro, per aver portato pazienza e per esser stata così delicata nel raccontare, semplicemente, la vita in tutte le sue sfaccettature.


Questo dovremmo cercare nei libri che leggiamo o che regaliamo: che riescano a raccontare l’essere umano. In che modo non è importante, a chi si rivolgono nemmeno; quello che conta è che siano sempre, profondamente, in grado di piantare in noi il seme della vita.




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