« La rivoluzione è una cosa seria e quando ci si impegna nella lotta dev’essere per tutta la vita »
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Ho sempre subito il fascino della rivoluzione.
Mi sono fatta due tatuaggi, uno a 17 e uno a 23 anni, per ricordarmi sempre di andare controcorrente, di essere fedele solo a quello che io ritengo giusto, per impegnarmi in prima linea nelle mie battaglie.
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Quando ho scovato questo titolo sul catalogo di @paginauno_edizioni , i miei tatuaggi hanno cominciato a bruciare.
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Una raccolta delle vite e delle scelte di 40 donne che hanno dedicato la loro vita alla rivoluzione.
Quale, non è mai importante.
Quello che conta è il motivo, la scintilla, la miccia che le ha accese.
Sono tutte donne sensazionali, raccontate attraverso delle azioni fuori dal comune.
Non sono riuscita a non simpatizzare per loro, tutte e 40 mi hanno lasciato qualcosa riconducibile ad un’unica, grande sensazione: la fame di cambiamento.
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La mia preferita è stata Luoise Michel, anarchica francese nata nel 1830.
Quando ho letto la sua storia non potevo saperlo, perché non conoscevo nulla dei Miserabili ( da ieri sera, sono diventati la mia nuova ossessione, ma parleremo anche di questo), ma Louise ha incarnato sul serio lo spirito sovversivo che Hugo ha fissato su carta.
Louise scrive un buon numero di poesie sotto lo pseudonimo di Enjolras, capo della rivolta nel romanzo di Victor Hugo, con cui tiene una fitta corrispondenza e che conosce di persona nel 1851.
Insomma, Louise sceglie la via della rivolta, si dedica anima e corpo, si sacrifica, viene deportata, accusata, ma non demorde. Mai.
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E’ di donne così che avrò sempre bisogno, è di donne così che racconterò alle mie figlie, è da donne così che voglio essere ispirata.
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Louise, spiegando la sua chiamata, disse:
« ascoltavo sia la mia zia cattolica, che i miei nonni, che erano seguaci di Voltaire. Confusa da strani sogni, ero come l'ago di una bussola che, sconvolto da una tempesta, cerca il nord. Il mio nord era la rivoluzione. »
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Ecco, Louise, abbiamo lo stesso nord.
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