// Creavi quadri di lettere,
profondi come abbracci.
Muovevi pianeti,
lasciando, dietro, scie di perché.
Continui a danzare tra mostre e librerie,
generando idee astratte.
Scavi dentro le parole,
cercando di scolpire l’umore.
La felicità è vicina,
lasciati guidare sicura.
Risplendi nello sguardo,
sei già di fronte ad un oceano di occasioni.
Osserva le mani,
getta la terra che stringi da tempo,
i piedi stanno già calpestando il passato.
Benvenuta alla fine del giorno,
l’inizio di una nuova, incredibile, alba //
Caro Alessandro,
ho sfogliato le tue pagine mesi fa e poi le ho poggiate nella mia libreria, vicino ai libri di poesia in cui, di tanto in tanto, mi piace tuffarmi.
Ho scordato di parlare del tuo lavoro non perché non meritevole di nota, ma perché a volte ti fai dei programmo e la vita si mette in mezzo e mescola tutte le carte.
Ora sto raccogliendo carta dopo carta e sto cercando di ricomporre i mazzi per giocare, un giorno, una nuova partita con la vita.
Hai scritto una raccolta di poesie delicatissima, una di quelle che pulsa di vita senza essere prorompente, e per me la poesia deve essere così: un velo che si poggia sulle cose, adagiandosi piano su tutto, riuscendo a cambiare il modo in cui si vede ma non quello in cui si sente.
Grazie per esserti fidato di me, e grazie soprattutto per aver portato pazienza, per aver capito, per aver atteso.
Spero che sia la prima di tante, per te e per chi ha avuto la fortuna di leggere la dolcezza dell’amore tra le tue parole.
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