Cabo da Roca, il punto più a Ovest d’Europa.
Forse il ricordo più bello di tutti i miei viaggi.
La consapevolezza di essere 𝗻𝗶𝗲𝗻𝘁𝗲 di fronte a tutto quel mare, ma la sensazione di 𝗽𝗼𝘁𝗲𝗿𝗲 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗼.
A 150 metri sul livello del mare, il bordo di una scogliera frastagliata, uno strapiombo.
Nonostante la distanza, il rumore delle onde che si infrangono sulla roccia è potente.
Una targa recita:
« Il punto dove finisce la terra e inizia il mare ».
Ed è proprio così: da quel punto non ci sarà più terra ferma, continente, fino all’America.
Hai i piedi su un confine realmente palpabile.
Su quella scogliera, con un vento prepotente che ti spinge verso il mare, sei testimone della fine di qualcosa e dell’inizio di qualcos’altro.
Due elementi che si fondono, dando vita ad una fine che è anche inizio.
È una sensazione strana da spiegare, quella che senti mentre sei, letteralmente, mosso dal vento affamato che soffia lì sopra.
Ti abbraccia, ti si insinua nei capelli, nelle cuciture dei jeans, e inizia a tirare verso il mare.
Vuole che vai con lui, che lo segui.
Ti chiama.
⠀
Non ho mai capito fino in fondo la scena di Rose sulla punta del Titanic. O almeno, non ho capito cosa si prova finchè non sono stata anche io sul bordo dell’Oceano.
Avete presente: lei è lì, colma di meraviglia, sballottata dal vento, basterebbe un passo falso e cadrebbe, sarebbe la fine, ma proprio per questo, non è mai stata più viva di così.
Esattamente così: a Cabo da Roca ti senti vivo come mai hai pensato di poterti sentire, nonostante il vento che cerca di farti scivolare per 150 metri.
Un posto magico, dove esistono solo tre cose: terra, onde, vento.
L’una nell’altra a crearne una sola: impotente coraggio.
Consigli pratici: fate seriamente attenzione al vento, portatevi un maglione pesante anche se è luglio, slegatevi i capelli, godetevi la sensazione di essere sulla punta del Titanic.
Comments