«Ogni città riceve la sua forma dal deserto a cui si oppone».
Non siamo un po’ così anche noi?
Mi piace pensare di si, mi piace credere che lo spazio tra le mie costole, la lunghezza delle mie gambe, l’incavo del mio collo abbiano raggiunto questa forma, nel tempo, non solo per quello che hanno fatto ma anche per quello a cui non hanno lasciato spazio.
Perciò i miei fianchi sono stati modellati dalle onde del mare che hanno, carezza dopo carezza, corroso alcuni punti, appuntendone altri.
Le mie labbra hanno la forma dei petali di un girasole completamente spalancato nella luce del sole.
I miei occhi felici hanno la stessa luminosità dello scintillio che la luna si porta dietro come uno strascico, quando si specchia sul mare.
Mi piace pensare che il mio corpo sia principalmente modellato da quello che amo della vita, come se il mare, il fuoco e i tramonti si siano messi a giocare con la creta come facevo io da piccina.
Ma sarebbe stupido credere che solo il bello riesca ad imprimere in noi una forma decisiva.
Forse quello che ci cambia (quello che impercettibilmente ci modifica l’angolazione del sorriso, l’inclinazione delle sopracciglia durante una risata, il modo di gesticolare durante un discorso) è quello che vorremmo fuggire con tutto il nostro essere.
Perciò i miei fianchi hanno la forma di un disturbo alimentare nascosto.
Le mie labbra sono il risultato di liti e odio non necessari.
I miei occhi felici una maschera dietro cui nascondere notti insonni passate piangendo.
Credo che un punto di vista non escluda l’altro, che quello che siamo prenda forma dal deserto a cui ci opponiamo e che, in egual modo, la nostra forma sia il risultato di tutto il bello che siamo riusciti a cucire tra una cellula e l’altra.
Oggi mi guardo con ammirazione, ringraziando tutta la vita che, come acqua, mi è scivolata addosso fino a questo momento.
Mi ha dato la forma di una donna fiera e sicura, e per questo non potrò mai smettere di esserle grata.
— riflessioni che nascono da « Le Città invisibili » e che provano a mettere un punto bello grande sulla cartina della vita. Da lì, poi, potrò far partire un nuovo percorso.
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