Come convincervi ad abbandonarvi a questa avventura?
Parlandovi della piccola, eppure gigantesca protagonista di questo romanzo: Zelda.
Zelda è una sorella minore e quello che vuole disperatamente è scampare al famigerato Anonimo Destino delle Minori, che è un po’ la paura che tutti noi ultimi-geniti abbiamo.
Sembra quasi che ce la diano in dotazione alla nascita, legata ai nostri capelli sotto forma di treccia, e che cresca con noi fino al momento in cui diventa quasi palpabile, soffocante, opprimente.
Allora è in quell’istante che avviene la magia, e chi sceglierà di abbandonarsi a questo viaggio ne sarà testimone oculare: succede che l’Anonimo Destino delle Minori può essere un punto d’arrivo, una strada a fondo chiuso; oppure un punto di partenza, trampolino per un grande lancio.
Zelda sceglie la seconda opzione e ci si dedica con tutta se stessa: all’ombra della sorellona Olympia vuole trovare un modo, nel 1911, per emanciparsi.
Con il naso nascosto in un libro, alle spalle di tutti, Zelda sogna, viaggia, cresce, impara. Più di tutto, però, Zelda si ribella.
Trova una missione che potrebbe aiutarla a librare le sue giovani ali, e ci si tuffa di testa, restando sempre leale ai compagni di viaggio che le si affiancheranno.
Zelda è l’incarnazione perfetta del ricordo che ho di me a dodici anni: mi stava stretto tutto, volevo di più, bramavo il mondo.
Conoscerla ora, da adulta, mi ha ricordato che quello che sono è il risultato di un seme piantato tempo fa, riuscito a farsi albero dopo anni e anni di piogge e soli.
Zelda è eccezionalmente donna nel cuore del suo essere bambina.
È una magia rara questa, ma riviverla nel romanzo di Elisa mi ha alleggerito di tutti i macigni che gli adulti si caricano sulle spalle, spesso anche senza che ce ne sia bisogno.
Insieme a lei ci sono tanti altri personaggi che vi ruberanno il cuore.
Leggero, un ragazzino che forse è un po’ anche una piuma; il Maulino, uomo burbero dal cuore sinceramente fedele; e poi c’è nonna Lina, che come ogni nonna nasconde segreti spesso inimmaginabili e che si porta addosso tanta di quella vita scritta nelle sue rughe da lasciare tutti spiazzati.
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