« Questa è l’India, amico. In questo paese è il cuore che comanda. Il fottutissimo cuore. È per questo che sei libero. È così che questo posto pazzesco sta insieme – grazie al cuore. Duecento fottute lingue diverse, e un miliardo di persone. L’India è il cuore. È il cuore che ci tiene insieme. Non c’è un altro posto con gente come la mia, Lin. Non esiste un cuore come quello indiano. »
“Shantaram”
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Metonimia: una parte che sta per il tutto.
In “Shantaram” è il cuore, qui è la casa.
Non posso negare di aver avuto aspettative ben definite prima di iniziare questa lettura: mi aspettavo semplicemente più India, ma lo straordinario è il riuscire a vederla attraverso una sola casa, un solo ambiente, un unico elemento che sta per il tutto.
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Tagore è eccezionale, nel rappresentare l’umanità e i diversi modi in cui viverla.
Quello che mi ha sorpresa maggiormente è stato il suo modo di sondare le opinioni, spesso contrastanti, dei tre protagonisti di questo romanzo: una cura quasi maniacale mirata ad approfondire le loro diverse personalità.
Nikhil, Bimala e Sandip sono tre rami di uno stesso albero, eppure ognuno sboccia in fiori diversi.
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Nikhil è più moderato, razionale e “giusto”.
Sandip è l’incarnazione del fuoco, quello che non fa distinzioni e che incendierebbe tutto pur di raggiungere un obiettivo.
Bimala è una donna in transizione, che si trova ad affrontare il cambiamento che ogni tradizione deve gestire quando entra in contatto con il progresso tipico della modernità.
Vi lascio la trama nelle stories: “La casa e il mondo” è un libro introspettivo, dettagliato, attento. Una lettura che consiglierei vivamente a chiunque, sia per lo stile di scrittura, sia per l’accuratezza dedicata ad ogni personaggio.
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