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La quercia // Walt Whitman

« sono due uomini che ho visto oggi dirsi addio sul molo nel modo in cui due amici
si separano.
Chi restava, stringeva l’altro intorno al collo e lo baciava con passione — invece chi partiva teneva stretto il primo per restargli tra le braccia »

Dodici poesie.

La voce di un uomo che dopo una vita cerca di essere, finalmente, sincero con se stesso.


Dodici poesie.

Anima e corpo, e tanto cuore.

Lo stesso che leggendole vi sentirete incastrato in gola, arida di fronte a tanto fuoco.


Whitman guarda alla sua vita e, alla soglia dei quarant’anni, decide che forse è giunto il momento di riconoscere il riflesso che lo fissa da uno specchio e dargli voce.

Abbozza dodici poesie in cui cerca di dare una definizione all’amore tra persone dello stesso sesso, sognando una comunità di uomini che si sostengono e si amano l’un l’altro, a supporto delle differenze e non a loro discapito.


Poi le cerca di nascondere, queste dodici, vive e straordinarie poesie.

Prova a camuffarle, a renderle invisibili, a nasconderle tra i rami della vita.


E invece poi qualcuno, anni dopo, le scopre, vede il loro essere parte integrante della vita, di come deve essere vissuta, e le mette in luce, le pianta in un terreno fertile, le fa crescere.


Whitman guarda alla sua vita e in queste dodici poesie sembra dirci che, anche se crediamo sia impossibile, anche se ne usciamo devastati, si può sopravvivere al dolore.


Grazie Walt, per avermi fatto male e mostrato come si può guarire:

essendo, semplicemente, quello che si è.


[ Immensa nota di merito all'edizione incredibile: curatissima, bellissima, profondamente toccante. Se voleste fare / farvi un regalo bello fuori e dentro, questo potrebbe essere quello giusto ]




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