Mi ricordo quando ho acquistato questo libro nel 2011.
Sono passati 11 anni e ancora sento i tuffi al cuore.
“Ogni giorno, ogni ora” è la storia di come ho sempre sperato di trovare l’amore: quello che sbaglia, che si perde ma che si ritrova. Quello che vince su tutto, anche su se stessi.
Ho letto la storia di Luka e Dora più volte, ho sospirato sulle citazioni di Neruda e ho sentito il cuore in pausa nei momenti in cui i due si sono incontrati e incontrati di nuovo, come se per loro il tempo non fosse mai trascorso. Perché in fondo in amore è così che vanno le cose: tutto perde di spessore e di compattezza, tutto si sfalda e perde logica. Tutto semplicemente è, esiste, vive. Le regole non importano, vengono lasciate ad altri, a quelli che si divertono a colorare nei bordi. L’amore, quello vero, ti fa dimenticare di confini e limiti, ti fa capire che il vero divertimento, il vero senso è di colorare fuori dai bordi, o addirittura, di cancellarli.
Quando l’ho visto nella mia libreria ho pensato subito: “Devo parlare di questa perla ai miei lettori”.
Dopo un minuto, mi sono riscoperta dubbiosa.
E se sbagliassi a condividere con “il mondo” una perla rara come questa?
E se dovessi tenerlo per me, come un segreto ben custodito?
E se qualcuno, lui, leggendo questa recensione iniziasse a riflettere su come forse, l’amore della sua vita, non sono io?
Poi l’ho riguardato e ho smesso di pensare.
È questo che fa l’amore per la letteratura: ti porta ad essere devoto solo alla pura bellezza dei libri, delle storie, dei personaggi.
Dell’amore.
Alla fine l’ho tolto dallo scaffale e l’ho sfogliato.
Ho respirato le frasi che ho sottolineato a 16 anni, ho assaporato quelle che ho sottolineato a 18 e ho sospirato con quelle che ho evidenziato a 20.
Come potevo permettere che la paura mi impedisse di amare questo libro anche a 24?
Un libro così va condiviso, va prestato, va vissuto, in qualsiasi modo, con qualsiasi conseguenza.
Luka e Dora, che
Ogni giorno,
ogni ora
si sono cercati,
Allontanati,
Inseguiti,
Amati,
Mi hanno insegnato che niente è abbastanza grande per dividere, ma che al contrario tutto è abbastanza piccolo per unire.
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