« Il mondo non avrebbe avuto Vincent senza Theo »
È una calda domenica di fine luglio.
A mezzogiorno, nonostante la temperatura torrida, Vincent Van Gogh esce dalla locanda in cui alloggia per andare a dipingere all’aperto, nei campi intorno ad Auvers-sur-Oise. Rientra la sera, ha una ferita d’arma da fuoco al fianco.
Che cosa è successo quel pomeriggio?
Nessuno lo sa, nessuno ha sentito né visto, nessuno riesce a scoprire quale tragedia si sia consumata in quei campi.
Vincent viene ricoverato all’ospedale.
Morirà due giorni dopo, il 29 luglio 1890.
🌿 Nella tasca della giacca Vincent conserva l’ultima lettera scritta al fratello Theo e mai spedita. Il loro fitto epistolario racconta una vita ricca di amanti e amici, successi e delusioni, sogni e ambizioni, tutto condiviso da entrambi i fratelli: due esistenze indissolubilmente intrecciate in un’amicizia profonda che ha dato forma alle loro vite.
Theo ha sostenuto Vincent mentre lottava per trovare la sua strada, Vincent ha trascinato Theo in un turbine artistico esaltante, tra grandi nomi e nuovi movimenti nella Parigi del secondo Ottocento: impressionismo, puntinismo, Paul Gauguin, Claude Monet, August Rodin, tutti hanno un ruolo nella tormentata e travolgente storia dei fratelli Van Gogh.
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Se siete appassionati d’arte, recuperatelo.
Se siete innamorati della pittura di Vincent, recuperatelo.
Se siete dei ragazzi curiosi, recuperatolo.
Se ne conoscete, donateglielo.
Se siete adulti con le lenti appannate dal grigiore della routine, regalatevelo.
« Vincent e Theo » è una tavolozza di imprevedibilità e voi siete il pennello, il mezzo necessario per ridare colore alla vostra esistenza.
Un libro sulla vita e sul coraggio di farne, davvero, un’opera d’arte.
Ho sentito tutte le emozioni come se fossero mio e sono stata partecipe di una magia straordinaria: ho vissuto, sulla mia pelle, la notte stellata, i girasoli, la follia, il coraggio, l’amore viscerale.
Tra queste pagine, sono stata stella, cipresso, luce, movimento, meraviglia.
* Un grazie infinito a @giralangolo per la copia, ma più di tutto per avermi fatto dono della sensazione impagabile di sentirmi arte.
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